La Vita Digitale ed
i Diritti Digitali

Il riconoscimento dei diritti digitali come una parte essenziale dei diritti umani nel XXI secolo è una barriera importante per la piena protezione degli individui vulnerabili che non hanno accesso a basilari diritti umani quali il diritto all’informazione, alla privacy ed all’espressione. All’interno della Corea del Nord, l’accesso alle tecnologie digitali è severamente limitato e l’accesso ad Internet è quasi del tutto inesistente.

“[In Nord Corea] il principale obbiettivo delle persone è  restare vivi. Questo è probabilmente anche l’obbiettivo di Kim Jong-Un, e, per poter sopravvivere, controllare tutto ciò sembra solo la cosa più ovvia da fare. Sviluppare i diritti digitali sarà impossibile sotto Kim Jong-Un.” – Park Chang-Sik

digital censorship north korea
La censura digitale - Daniel MacLeod

Nel 2020, DataReportal ha effettuato un ranking della connessione digitale e la Corea del Nord si è posizionata all’ultimo posto con lo 0% della propria popolazione connessa al mondo digitale. La posizione isolazionista della Corea del Nord implica che qualsiasi contenuto straniero non approvato, tecnologia inclusa, è illegale, con solo una frazione delle informazioni e di notizie accessibile alla popolazione generale. Nonostante sempre più cittadini siano in grado di aggirare le restrizioni governative, la presenza dei diritti digitali è severamente e deliberatamente limitata. Limitazioni del genere garantiscono la continua dipendenza dallo Stato nordcoreano per beni, servizi e, specialmente, per l’informazione. L’accesso non filtrato a contenuti globali ed alla tecnologia, attraverso l’educazione e la comunicazione, porta il potere politico nelle mani dei cittadini e ciò potrebbe creare l’opportunità per una rivoluzione contro il regime dei Kim. Questo è il motivo per cui il governo si oppone così strenuamente ai diritti digitali, sfruttando, invece, i recenti sviluppi tecnologici per intensificare le proprie capacità di sorveglianza e monitoraggio della popolazione.

La definizione dei diritti umani digitali

I diritti umani digitali incorporano l’intersezione fra i diritti umani e la tecnologia moderna; in particolare l’accesso e l’utilizzo delle tecnologie digitali. I diritti digitali formano la base delle leggi e delle norme riguardanti la comunicazione digitale, Internet e l’acquisizione di informazioni attraverso l’utilizzo della tecnologia digitale. I diritti digitali aggiungono una nuova dimensione ai tradizionali diritti universali dell’essere umano, specialmente nell’ambito del diritto alla privacy, alla libertà di pensiero, alla libertà d’espressione, al diritto ad uno standard di vita adeguato, al diritto all’educazione ed ad una vita culturale.

La definizione di media digitale

L’espressione “media digitale” si riferisce a tutti i contenuti digitalizzati che possono essere condivisi, creati o memorizzati attraverso Internet o attraverso network di computer ed a qualsiasi formato leggibile poiché supportato da un software (Logan, 2016). I media digitali competono con i media tradizionali precedentemente menzionati, ma, al contempo, fungono da loro naturale evoluzione. Perciò, i media digitali possono essere considerati sia come una versione digitale dei media tradizionali, come nel caso degli ebook, o come formati completamente nuovi, come, per esempio, i social media e la messaggistica istantanea.

Cos'è l'Intranet

La versione domestica di Internet, chiamata “Kwangmyong”, venne inizialmente sviluppata nei primi anni 2000 e, da allora, è stata disponibile principalmente ad ufficiali governativi, studenti universitari e residenti della capitale. L’Intranet consiste di circa 30 siti web contenenti solo materiale approvato dal governo e notizie di propaganda. L’accesso ad Intranet è severamente limitato a causa della notevole mancanza di dispositivi che ne permettano l’accesso e il basso rango sociale in cui ricade la maggior parte della popolazione, al punto tale che alcuni esperti hanno speculato che il regime nordcoreano potrebbe essere colui che distribuisce i software che permettono di scavalcare le limitazioni, in modo tale da catturare facilmente coloro che infrangono la legge.

Perchè i diritti digitali sono importanti per la democrazia

La storia recente dimostra che i media digitali svolgono un ruolo significativo nel processo di democratizzazione. Tale ruolo dei media digitali può essere direttamente collegato alla capacità di educare e di informare che essi possiedono: per la prima volta, infatti, le persone hanno accesso ai successi ed ai fallimenti del proprio governo e, soprattutto, alla possibilità di comparare l’operato dei governi di tutto il mondo. La formazione del Cittadino avviene attraverso la conoscenza dei diritti umani e, conseguentemente, di quali diritti il governo sta direttamente o indirettamente negando loro. La tecnologia, inoltre, permette di venire a conoscenza delle possibili modalità d’azione: come fare petizioni, come protestare, organizzarsi o votare. Questo processo è essenziale per la mobilizzazione. Storicamente, il gruppo demografico con più probabilità di protestare o chiedere riforme è stato quello dei lavoratori industriali, seguito dalla classe media (Dahlum, Knutsen and Wig, 2019). Questi due gruppi sono in grado di eseguire due delle componenti essenziali per una protesta di successo, ovvero il raccoglimento delle informazioni necessarie e la loro successiva diffusione. I nuovi media digitali promuovono il raccoglimento e la diffusione delle informazioni ad un tasso esponenziale e per una base demografica molto più ampia. Impedire l’accesso ai media digitali ed alle tecnologie digitali equivale, perciò, ad impedire l’accesso alle moderne pratiche democratiche.

“Se Internet funzionasse, sarebbe difficile esistere per la Corea del Nord […] Sarebbe un disastro, perché la maggior parte delle persone cambierebbe idea. Si sentirebbero traditi, è solo una questione di tempo affinchè tutti cambino. […] I Nordcoreani che vivono all’estero sanno la verità. […] Internet gioca un ruolo importante nella defezione dei Nordcoreani. Se lo utilizzano anche una sola volta, scoprono tutto quanto.” – Kim Yeon-Ri

Accesso, utilizzo ed influenza dei media digitali in Corea del Nord

Huawei North Korea

Il panorama digitale in Corea del Nord è cambiato rapidamente negli ultimi anni. Mentre il governo deve vedersela con la sempre maggiore pressione finanziaria e politica, sta valutando l’utilizzo delle tecnologie digitali come strumento di sorveglianza e monitoraggio, cercando, al contempo, di limitarne la diffusione – e, conseguentemente, dell’informazione, della connettività e dei contenuti stranieri – presso la Cittadinanza nordcoreana. La quantità di esposizione ed accesso sia all’Intranet che ad Internet che i Nordcoreani ricevono riflette direttamente la divisione rigidamente applicata dal regime. Kretchun et al. (2017) divide l’accesso a Internet in tre categorie: l’accesso per la popolazione generale, l’accesso per l’èlite e l’accesso per l’iper-èlite. La popolazione generale, che costituisce la maggior parte della popolazione nordcoreana, non ha né libero né semplice accesso all’Intranet e ai media o alle piattaforme tecnologiche necessarie per accedervi a causa della scarsa disponibilità dei dispositivi e del denaro necessari, che limita, deliberatamente, qualsiasi tipo di esposizione a dispositivi e contenuti digitali. Lo status sociale dell’èlite garantisce a determinati gruppi della popolazione una forma di accesso limitato all’Intranet. Tutti i contenuti presenti sull’Intranet sono visionati ed approvati dal regime prima di essere mostrati. Questi contenuti sono, tecnicamente, disponibili a chiunque nel Paese, ma vengono utilizzati solo da un piccolo quantitativo di persone che hanno avuto accesso alla rete attraverso una istituzione. Coloro che vi hanno accesso sono principalmente studenti appartenenti all’èlite, personale IT e coloro che fanno affari con gli stranieri. Nonostante ciò, l’accesso alla rete è ancora abbondantemente monitorato e ristretto. Infine, la tipologia di accesso disponibile all’iper-èlite permette ad piccolo, e molto esclusivo, gruppo di individui, descritto come “una dozzina o più di famiglie” (Kretchun, Lee and Tuohy, 2017), il pieno e libero utilizzo di Internet.

“Non potevo assolutamente utilizzarlo [Internet]. Le persone che possono avere accesso ad Internet sono un numero molto limitato – addirittura le persone che lavorano in posizioni di rilievo non possono utilizzarlo. Funziona solo in aree e per persone designate. Tutto ciò è ridicolo. Loro dicono che addirittura ai manager di medio livello era permesso l’utilizzo di Internet, anche questo è ridicolo. Addirittura gli stranieri possono utilizzare Internet solamente per un’ora al giorno. Finchè questo regime rimane [al potere] in Corea del Nord, [utilizzare Internet] sarà impossibile” – Park Chang-Sik

Un sondaggio del 2019 di 200 Nordcoreani che hanno disertato verso Corea del Sud tra il 2012 ed il 2018 rivela dei dati interessanti sull’utilizzo corrente delle tecnologie digitali in Corea del Nord. Una statistica in particolare risulta interessante, ovvero che il 46% degli intervistati possedesse un telefono in Corea del Nord. Ovviamente, bisogna sottolineare due importanti fattori che hanno influenzato queste statistiche. Anzitutto, coloro che possono e vogliono disertare sono anche coloro che più disposti a compiere atti in legali come possedere un telefono, essendo fra coloro che hanno i mezzi per farlo. Inoltre, la maggior parte dei disertori viveva lungo il confine sino-coreano, ovvero dove è più facile contrabbandare, e perciò utilizzare, un telefono. Per questo motivo, altre indagini statistiche più rappresentative dell’intera popolazione nordcoreana, come quella condotta dalla Banca per lo Sviluppo della Corea, riporta che circa 18% dei Nordcoreani possiede un telefono. Ciò nonostante, anche se la percentuale fosse inferiore per coloro ancora in Corea del Nord, questi dati suggeriscono che una porzione significativa della popolazione possiede un telefono – specialmente considerando la difficoltà che si incontra nell’acquisirne ed utilizzarne uno senza essere notati. Inoltre, oltre il 20% degli intervistati che non ne possedeva uno era in grado, nonostante tutto, di avervi accesso noleggiandolo o pagando per utilizzarlo una tantum. Questo indica l’esistenza, nonostante tutto, di un network consistente ed accessibile ad una buona parte della popolazione nordcoreana che sovverte direttamente l’oppressivo regime dei Kim, così indicando l’esistenza di una cultura nella quale i telefoni sono normalizzati nonostante i più duri ed estremi sforzi del governo. In un Paese in cui il controllo del pensiero è instillato sin dall’infanzia ed in cui i cittadini vengono cresciuti in modo tale da non avere reciproca fiducia, ad eccezione della fiducia nel Caro Leader, la mera esistenza dei telefoni ed il loro uso condiviso sottolinea l’esistenza di una società che è determinata ad utilizzare la tecnologia ed a prendere controllo del maggior numero di aspetti della propria esistenza possibile.

App Store Pyongyang North Korea
Un ‘app store’ in Pyongyang per scaricare dei videogiochi

Il diritto alla Privacy e l'abuso governativo dei diritti digitali

Il mondo occidentale spesso pensa ai diritti digitali come qualcosa cui chiunque dovrebbe avere accesso. In termini di media e cultura, si suppone che si abbia accesso a diversi media d’informazione e d’intrattenimento come le news, i social media, i film e la televisione, Bisogna ricordarci, tuttavia, che un aspetto importante dei diritti digitali è il diritto alla privacy. Per i Nordcoreani, il diritto alla privacy non esiste, specialmente nell’ambito dei diritti digitali.

La mancanza di privacy e di diritti digitali limita notevolmente la possibilità del cittadino medio di esprimersi in qualsiasi modo significativo senza dover incorrere in pesanti repressioni, violando, in questo modo, le essenziali libertà d’opinione e d’espressione che sono amplificate tramite l’uso delle moderne tecnologie nel mondo occidentale. Lo stretto controllo dell’informazione accessibile alla popolazione è necessario per la sopravvivenza del regime, che ha osservato attentamente gli effetti dell’accesso diffuso ad Internet nella scorsa decade e, specialmente, le improvvise rivoluzioni che hanno coinvolto il Medio Oriente durante la Primavera Araba, in cui è stato dimostrato per la prima volta, su larga scala, il potere del discontento civile unito alla possibilità di organizzare e canalizzare il dissenso tramite i social media. Quanto detto precedentemente viola diversi diritti umani, che vanno dal diritto all’educazione fino al diritto ad un adeguato standard di vita, che sono parte della vita quotidiana in buona parte del pianeta e che sono essenziali per la crescita personale di ogni essere umano e la crescita economica di una nazione, come dimostrato dall’evidente relazione fra la diffusione del libero accesso ad Internet ed i miglioramenti sia in termini di crescita economica che di HDI (Human Development Index). Perciò, la totale assenza di diritti digitali aggrava le differenze fra i Nordcoreani ed il resto del mondo, non dando loro l’opportunità di partecipare alla fase iniziale della cultura globale che sta emergendo dalla rete e rendendo, in questo modo, progressivamente più difficile l’adattamento al mondo esterno per i disertori.

Negli ultimi anni, gli hacker nordcoreani sono stati considerati una seria minaccia dalla comunità internazionale. La Corea del Nord ha lanciato dei cyber attacchi verso governi, aziende private ed ONG col fine ultimo di raccogliere dati e vaste somme di denaro. Tuttavia, la Corea del Nord utilizza queste conoscenze informatiche per spiare la propria popolazione.

Risulta essere di cruciale importanza per il governo controllare e limitare l’accesso alle culture straniere ed alle news il più possibile, violando così i diritti digitali. Uno dei punti cruciali del sistema nordcoreano è la cieca fede e fiducia che le persone nutrono nel loro Supremo Leader Kim Jong-Un. Nonostante viva in condizioni estremamente difficili, la popolazione generale è ancora leale al proprio leader a causa della pesante propaganda messa in piedi dal governo per fare il lavaggio del cervello ai cittadini nordcoreani. Se progressivamente più individui avessero accesso alle culture del mondo esterno e fossero in  grado di andare oltre le menzogne loro impartite dal governo, allora l’intero sistema sarebbe a rischio.

“Kim Jong-Un probabilmente conosce bene i rischi delle tecnologie digitali. Lui probabilmente sa che se non regolasse le cose adeguatamente, la gente scoprirebbe la verità. Suo padre, Kim Jong-Il, probabilmente non sapeva nulla a riguardo dato che ai suoi tempi c’era solamente tecnologia analogica. L’utilizzo delle tecnologie digitali in Corea del Nord non migliorerà in futuro.” – Park Chang-Sik

Questo è il motivo per cui il governo sta compiendo enormi sforzi per restringere l’accesso ai contenuti stranieri. Ciò comprende a creazione di sistemi operativi appositamente disegnati per i prodotti tecnologici nordcoreani con l’obbiettivo di raccogliere i dati di ogni utente. Per esempio, Red Star OS è un sistema operativo che si basa, illegalmente, su Mac OS creato in Corea del Nord e che è installato su molti dispositivi, quali laptop o tablet, che sono legali poiché creati in Corea del Nord. Tutto ciò obbliga i Nordcoreani a decidere fra il rischio di possedere un dispositivo straniero illegalmente oppure la completa mancanza di privacy su un dispositivo nordcoreano. Attraverso questo sistema, il governo può avere accesso ai dati di qualsiasi dispositivo connesso tramite Red Star OS. Molti Nordcoreani guardano contenuti stranieri tramite penne USB oppure schede SD. Se stanno utilizzando un dispositivo Red Star, il governo verrebbe a saperlo immediatamente e sarebbe in grado di agire di conseguenza. Tuttavia, gli utilizzatori non sarebbero gli unici in pericolo. Con Red Star OS il governo è anche in grado di tracciare ogni dispositivo in cui la penna USB o la scheda SD sono state inserite precedentemente.

Red Star OS North Korea
Red Star OS (Florian Grunow, Niklaus Schiess)

I cambiamenti sotto Kim Jong-Un

Guardare contenuti stranieri è sempre stato illegale per i Nordcoreani, ma non è sempre stato riprovevole come oggigiorno. Sotto Kim Jong-Un, ci sono rapporti di persone eliminate anche solo per possedere o accedere contenuti stranieri. Stando ad un recente studio condotto da Uni Media, il 71.5% dei disertori nordcoreani pensa che accedere ai contenuti esteri sia diventato più pericoloso da quando Kim Jong-Un ha preso il potere. Durante il governo di suo padre, Kim Jong-Il, sebbene i contenuti esteri fossero chiaramente proibiti, l’eventuale punizione non era altrettanto dura.

In particolare, il regime di Kim Jong-Un ha approvato “La legge per la denuncia del pensiero e la cultura reazionaria 2020”. Essa ha bandito qualsiasi contenuto esterno, osceno o religioso ed ha addirittura proibito la “parlata” sudcoreana e le mode che il governo considera come provenienti da celebrità e drama sudcoreani. La legge permette al regime di incarcerare le persone fino a 15 anni per aver guardato un drama sudcoreano e di ricorrere alla pena di morte o all’ergastolo per qualsiasi caso di vasto consumo o di distribuzione di contenuti sudcoreani.

“Nel 2009, quando Kim Jong-Un era ancora uno fra i parenti – il “giovane leader” era il suo soprannome – parlò delle informazioni estere in un discorso che fece. Parlò del “guardare e condividere media non autorizzati dal governo. Le persone iniziarono a pensare che, quando Kim Jong-Un fosse diventato il successore, accedere alle informazioni dal mondo esterno sarebbe divenuto un “peccato” più grave. Senza nemmeno stare a dirlo, ha ucciso persone per aver visto dei drama. Da quando è diventato il successore, la gente ha scoperto quanto serio fosse.” – Park Chang-Sik

Sotto Kim Jong-Un, ci sono stati molti più raid in spazi pubblici come scuole e uffici, ma anche nelle abitazioni private. I raid servono per trovare dispositivi illegali come penne USB, schede SD e DVD contenenti contenuti stranieri. Il governo prova ad incoraggiare I cittadini a cancellare qualsiasi contenuto illegale, e, qualora se ne venga scoperti in possesso e non si possa dare una “mazzetta”, c’è un’alta probabilità di incorrere in punizioni severe.

“Ho guardato qualcosa su un CD ed ho pensato fosse divertente, perciò l’ho raccomandato ad un mio amico. Il mio amico lo stava guardando in casa sua quando ha ricevuto un’ispezione. Loro hanno chiesto di chi fosse il CD, e così è come siamo stati presi, la famiglia del mio amico ed anche la mia.” – Park Chang-Sik

Wooilm Tablet North Korea
Il tablet Woolim (Florian Grunow, Niklaus Schiess)

La Corea del Nord ha addirittura prodotto i propri tablet, conosciuti come tablet Woolim, che non possono leggere contenuti non approvati dal governo. Questo comprende contenuti stranieri come show televisivi, canzoni o film. Tuttavia, produrre dispositivi come tablet o produrre sistemi operativi come Red Star OS è estremamente costoso. Che la Corea del Nord abbia problemi finanziari da diversi anni è un dato di fatto, specialmente a causa delle sanzioni economiche. Nonostante ciò, Kim Jong-Un ha investito vaste somme di denaro nello sviluppo dei tablet Woolim e di Red Star OS. Questo dimostra quanto essenziale sia per il regime il fermare il consumo di contenuti stranieri da parte dei propri cittadini e, soprattutto, quanto i diritti digitali siano importanti.

Risulta evidente che la vita digitale in Corea del Nord sia abbondantemente ristretta – tuttavia, è lontana dall’essere inesistente. Nonostante i notevoli sforzi del governo, una parte non ignorabile della popolazione nordcoreana ha ancora accesso a telefoni, laptop o contenuti mediatici esteri. I contenuti mediatici stranieri sono riusciti ad entrare nel paese ed ad influenzare i suoi abitanti. Tuttavia, la punizione in cui la popolazione nordcoreana incorre è estremamente pesante anche per il solo ascolto di una canzone estera, al punto di arrivare addirittura al carcere o alla pena di morte. Queste sentenze, al pari del mancato accesso all’informazione o la costante violazione della privacy, possono, chiaramente, venire categorizzate come una violazione dei diritti umani. La ragione per cui Kim Jong-Un perdura nei suoi sforzi per fermare la diffusione di culture straniere e cerca di limitare la vita digitale dei propri cittadini è abbastanza ovvia. Lui comprende quanto i diritti digitali possano essere rischiosi per il proprio regime.

Questa è la ragione per cui PSCORE sta chiedendo alla comunità internazionale, agli attivisti ed ai lettori interessati di fare sensibilizzazione sull’importante questione dei diritti digitali in Corea del Nord in relazione agli abusi dei diritti umani. Le restrizioni imposte sui diritti digitali dei Nordcoreani sono una componente essenziale del perché la Corea del Nord è ancora così chiusa e l’accesso al mondo digitale potrebbe essere la chiave per aprire la Corea del Nord al mondo esterno.