Il mondo occidentale spesso pensa ai diritti digitali come qualcosa cui chiunque dovrebbe avere accesso. In termini di media e cultura, si suppone che si abbia accesso a diversi media d’informazione e d’intrattenimento come le news, i social media, i film e la televisione, Bisogna ricordarci, tuttavia, che un aspetto importante dei diritti digitali è il diritto alla privacy. Per i Nordcoreani, il diritto alla privacy non esiste, specialmente nell’ambito dei diritti digitali.
La mancanza di privacy e di diritti digitali limita notevolmente la possibilità del cittadino medio di esprimersi in qualsiasi modo significativo senza dover incorrere in pesanti repressioni, violando, in questo modo, le essenziali libertà d’opinione e d’espressione che sono amplificate tramite l’uso delle moderne tecnologie nel mondo occidentale. Lo stretto controllo dell’informazione accessibile alla popolazione è necessario per la sopravvivenza del regime, che ha osservato attentamente gli effetti dell’accesso diffuso ad Internet nella scorsa decade e, specialmente, le improvvise rivoluzioni che hanno coinvolto il Medio Oriente durante la Primavera Araba, in cui è stato dimostrato per la prima volta, su larga scala, il potere del discontento civile unito alla possibilità di organizzare e canalizzare il dissenso tramite i social media. Quanto detto precedentemente viola diversi diritti umani, che vanno dal diritto all’educazione fino al diritto ad un adeguato standard di vita, che sono parte della vita quotidiana in buona parte del pianeta e che sono essenziali per la crescita personale di ogni essere umano e la crescita economica di una nazione, come dimostrato dall’evidente relazione fra la diffusione del libero accesso ad Internet ed i miglioramenti sia in termini di crescita economica che di HDI (Human Development Index). Perciò, la totale assenza di diritti digitali aggrava le differenze fra i Nordcoreani ed il resto del mondo, non dando loro l’opportunità di partecipare alla fase iniziale della cultura globale che sta emergendo dalla rete e rendendo, in questo modo, progressivamente più difficile l’adattamento al mondo esterno per i disertori.
Negli ultimi anni, gli hacker nordcoreani sono stati considerati una seria minaccia dalla comunità internazionale. La Corea del Nord ha lanciato dei cyber attacchi verso governi, aziende private ed ONG col fine ultimo di raccogliere dati e vaste somme di denaro. Tuttavia, la Corea del Nord utilizza queste conoscenze informatiche per spiare la propria popolazione.
Risulta essere di cruciale importanza per il governo controllare e limitare l’accesso alle culture straniere ed alle news il più possibile, violando così i diritti digitali. Uno dei punti cruciali del sistema nordcoreano è la cieca fede e fiducia che le persone nutrono nel loro Supremo Leader Kim Jong-Un. Nonostante viva in condizioni estremamente difficili, la popolazione generale è ancora leale al proprio leader a causa della pesante propaganda messa in piedi dal governo per fare il lavaggio del cervello ai cittadini nordcoreani. Se progressivamente più individui avessero accesso alle culture del mondo esterno e fossero in grado di andare oltre le menzogne loro impartite dal governo, allora l’intero sistema sarebbe a rischio.